Stabilire con precisione quando sia nato il sistema di tetti a tegole richiede un salto nel passato davvero imponente. Innanzitutto il termine “tegola” deriva dal latino tegula e nasce per identificare l’elemento piano di copertura del tetto, con margini longitudinali.
Scavi archeologici hanno recuperato frammenti di tegole a Roma e nella Grecia antica: sembra infatti che furono proprio questi due popoli a diffondere l’uso di tetti a falde. Questo tipo di tetto è infatti quello caratterizzato da tegole e coppi e rappresentò fin da subito una soluzione pratica, ma anche esteticamente apprezzabile.
L’esempio più rappresentativo è dato dal Palazzo di Lerna, nel Peloponneso, risalente a circa 2300-2500 anni fa. Le tegole rinvenute riportavano impresso un sigillo: il “bollo laterizio”. Questo era un segno grafico che identificava l’origine e ne sottolineava la qualità.
GRECI E ROMANI: LE PRIME TEGOLE
La storia dell’origine del concetto di tetto coincide con la storia dell’ingegno dell’uomo di proteggersi dalle intemperie e il tetto a falde, in particolare, modifica le sue pendenze a seconda della zona climatica in cui si trova.
I ritrovamenti stabiliscono come la data dei primi tetti coincida con l’utilizzo della terracotta intorno al 670 a.C. e un esempio è dato dal Tempio di Apollo di Corinto. Rimanendo in Grecia sono state ritrovate due tipologie di tegole: quelle laconiche, curvilinee e quelle corinzie con l’embrice piatto e il coppo a sezione triangolare. Proprio da questo periodo in poi si rileva l’esistenza di elementi architettonici in terracotta destinati a una funzione decorativa, ma anche funzionale. Si hanno così antefisse e sime destinate alla parte pluviale del tetto. Sempre in questo periodo si ritrovano templi a pianta rettangolare che furono favoriti proprio dalla presenza del tetto di tegole.
Per i Romani inizialmente, e per lungo tempo, il termine tegola indicava non solo la tegola del tetto, ma qualsiasi lastra di laterizio cotto, alla quale venivano destinate molteplici possibilità costruttive. L’utilizzo di tegole era molto preminente sia in età repubblicana sia imperiale.
Nell’Italia romana si ritrovavano due tipi di tegole piane: quelle senza accorgimenti per la sovrapposizione e quelle con accorgimenti per la sovrapposizione, derivati da una progettazione precisa.
Allo stesso modo, per i Romani, anche il termine tectum designava qualsiasi soluzione che chiudesse la parte superiore delle costruzioni, con un intento di protezione degli stessi.
La ricostruzione storica dello sviluppo del sistema di copertura a tegole si avvale di molti ritrovamenti pittorici a Pompei che, ad esempio, illustrano dettagliatamente come gli embrici fossero adottati in modo sostenuto in quell’epoca.
LO SVILUPPO DEI PROFILATI E L’USO DEI COPPI
La lavorazione di elementi di profilazione nell’applicazione dedicata a un manto di copertura permise di migliorare lo scivolamento dell’acqua. Fu proprio con questo tipo di avanzamento architettonico che l’argilla divenne il materiale più interessante e di conseguenza anche la tipologia di tegole sagomate.
Un notevole sviluppo dei tetti in tegola si ebbe ad esempio durante il XV secolo in Olanda in quanto andarono a risolvere la problematica di incendi che coinvolgevano tetti di paglia o legno.
L’ARRIVO DELLE TEGOLE IN CEMENTO
Nel 1844 Adolph Kroher, in Baviera, produsse le prime “tegole in cemento”.
Questo evento fu di notevole importanza in quanto venne utilizzato il calcestruzzo nella produzione dei sistemi di copertura e questo materiale aveva un notevole impatto economico.
Il cemento aveva infatti la possibilità di essere prodotto industrialmente, di essere molto resistente, incombustibile e non deformabile.
Queste tegole, oltre alla loro notevole resistenza, potevano anche essere impiegate in situazioni di cicli di gelo e disgelo e proprio per questo si diffusero velocemente.
La produzione automatizzata di queste tegole arrivò solo tra il XIX e XX secolo in Inghilterra e da allora il loro incremento produttivo fu esponenziale.
In Italia le prime tegole in cemento vennero prodotte verso la fine degli anni ’50, in Alto Adige.
IL PERCORSO DELLE TEGOLE
La tegola proprio per il suo impiego molto versatile è divenuto presto uno dei materiali di copertura più diffusi.
Nel corso del tempo si è trasformata in più varianti, tutte definite da una struttura sempre diversa. Un esempio sono la tegola marsigliese (piatta e scanalata) oppure quella tegola portoghese (con una parte curva ed una piana). Ancora oggi gran parte degli edifici storici hanno tetti in tegole e coppi e questo testimonia come questo tipo di copertura sia rimasto in uso nei secoli dimostrandone la sua resistenza e la sua lunga durata. Anche nelle nuove costruzioni la maggior parte delle coperture sono realizzate con tegole e coppi in cotto a testimonianza del fatto che le tegole in laterizio continuano ad essere protagoniste dell’architettura contemporanea.